La pausa caffè, momento di salute?

La pausa caffè, per chi ama questa bevanda, è una delle più classiche abitudini quotidiani italiane; al bar, in ufficio, a casa di amici, bere una tazza di caffè è un momento sacro del quale però risulta poco chiaro il vero risvolto sulla salute.

Pausa caffè: quali effetti?

Il caffè è un concentrato di numerosissime sostanze chimiche di cui la più nota è indubbiamente la caffeina; in verità, molte sostanze agiscono direttamente sul nostro metabolismo con effetti addirittura positivi.

Molte sostanze presenti nel caffè hanno un vero e proprio effetto antiossidante; molti polifenoli presenti nel caffè come l’acido clorogenico sono in grado di contrastare gli effetti negativi dei radicali liberi e ci possono proteggere dal rischio di sviluppo di alcune malattie.

La specie di caffè più conosciute sono l’Arabica, originaria dei paesi del Sud America e la Robusta, originaria del Congo. La Robusta contiene più caffeina e acido clorogenico dell’Arabica.

La composizione del caffè in polvere che conosciamo viene determinata soprattutto durante il processo di torrefazione che trasforma il chicco verde in tostato, pronto per essere macinato e destinato poi alla commercializzazione in varie forme. La differenza tra le varie bevande a base di caffè invece viene influenzata direttamente dal metodo di preparazione e di miscela usata.

La caffeina

La caffeina in particolar modo è influenzata della velocità con cui viene preparata la bevanda, pertanto in un caffè di tipo americano sarà maggiore rispetto a quella contenuta in una classica tazzina di espresso italiano.

La caffeina è una metilxantina con numerosi effetti sull’organismo; viene usata in terapia farmacologica in quanto agisce, in combinazione con gli analgesici, per combattere il dolore; ma la reazione più nota dopo la sua ingestione si esplica soprattutto a livello del Sistema Nervoso Centrale poiché stimola le funzioni cerebrali per questo una tazza di caffè può essere di supporto mentale agli studenti che devono prepararsi ad un esame o per chi lavora lunghe ore in ufficio. Sugli effetti psico-stimolanti sono stati condotti numerosi Studi Clinici, ma le ricerche si sono estese in altri ambiti.

La caffeina provoca un immediato effetto sulla pressione dei vasi sanguigni ma il suo uso prolungato ne determina un processo di sviluppo di tolleranza alla stessa in breve tempo.

La caffeina, al momento dell’ingestione, provoca un aumento del dispendio energetico, ma di certo non è corretto pensare di poter dimagrire bevendo litri di caffè.

La caffeina in verità migliora le prestazioni fisiche favorendo l’utilizzazione dei nutrienti provenienti dal cibo che si consuma e per questo trova spazio nel mondo sportivo soprattutto come componente di numerose bevande energetiche che vengono utilizzate prima o durante una gara.

Effetti del caffè sulla salute

Molto si dibatte sui suoi effetti sul cuore e sul suo ruolo nelle malattie cardiovascolari; ma in tutti gli studi effettuati non vi sono pareri unitari e pertanto non si può affermare che ha azione negativa sulla salute cardiovascolare.

Per quanto riguarda il diabete, invece, esiste una relazione inversa; i soggetti sani che consumano abitualmente caffè, sarebbero protetti, rispetto ai non consumatori, dalla malattia. Ma non esistono delle evidenze nette e concordanti per cui occorre sempre porsi una dose limite.

Addirittura, un paio di tazzine al giorno possono avere un azione di proteine contro Alzheimer e Parkinson.

Il consumo di caffè ha un risvolto diretto anche sulla funzione dell’apparato gastro-intestinale; favorisce la produzione di acidi organici a livello delle mucose intestinali, per questo si consuma a fine pasto come digestivo, ma potrebbe essere un problema per chi soffre di gastrite e reflusso gastro-esofageo e per chi ha problemi di colon irritabile. Dunque, è bene sempre consumare il caffè con parsimonia e con consapevolezza.

Il caffè, inoltre, dopo i pasti influenza il metabolismo di alcune sostanze; chi è ha affetto da osteoporosi o di anemia dovrebbe evitare di berlo perché la caffeina ostacola l’assimilazione di calcio e ferro.

Cosa possiamo dedurre da tutto ciò?

Il caffè resta uno dei piaceri della nostra vita quotidiana che dobbiamo saper gestire e dosare; possiamo affermare che fino a 3 tazzine di caffè al giorno possono essere tranquillamente consumate, sempre però valutando il contesto delle proprie condizioni di salute.

Fonti scientifiche

  • Acheson KJ, Zahorska-Markiewicz B, Pittet Ph, Anantharaman K, Jéquier E. Caffeine and coffee: their influence on metabolic rate and substrate utilization in normal and obese individuals. Am J Clin Nutr 1980;33:989–97.
  • Dulloo AG, Geissler CA, Horton T, Collins A, Miller DS. Normal caffeine consumption: influence on thermogenesis and daily energy expenditure in lean and post-obese human volunteers. Am J Clin Nutr 1989;49:44–50.
  • Livesey G, Elia M. Estimation of energy expenditure, net carbohydrate utilization, and net fat oxidation and synthesis by indirect calorimetry: evaluation of errors with special reference to the detailed composition of fuels. Am J Clin Nutr 1988;47:608–28.
  • Denton RM, McCormack JG. Ca2 as a second messenger within mitochondria of the heart and other tissues. Annu Rev Physiol 1990; 52:451–66.
No Comments

Scrivi un commento