Frutti di bosco: i frutti della longevità

Della famiglia dei frutti di bosco i più famosi sono indubbiamente i mirtilli, i lamponi, le more, le fragole e i ribes, ma ne esistono tante specie meno conosciute e utilizzate come le bacche di sambuco e di uva spina.

Di sicuro, sono dei frutti golosi che attirano molto l’attenzione dei consumatori e dei maestri pasticceri per il colore vivace fatto di note di rosso e di violaceo e per il sapore dolciastro, ma acidulo (chi non ha mai assaggiato per esempio, una fetta di crostata con la confettura di lamponi o una fetta di cheesecake alle fragole?); ancor di più la scienza punta l’attenzione su di essi per le spiccate proprietà benefiche che hanno questi piccoli frutti, definiti frutti della longevità.

Il colore acceso è dato dalle antocianine, molecole definite “smart” che sono in grado di dialogare con i geni della longevità prevenendo l’invecchiamento e la degenerazione del tessuto cellulare e proteggendoci dalla comparsa di tumori e altre patologie. Ad affermarlo, vi sono numerose evidenze scientifiche.

Gli studi affermano che gli antociani proteggono la salute del cuore e di tutto il sistema cardiovascolare, perché contrastano l’azione dei radicali liberi e scacciano gli agenti infiammatori derivati da abitudini alimentari scorrette, obesità, fumo di sigaretta e dai prodotti di scarto del metabolismo stesso delle nostre cellule, migliorano la circolazione sanguigna rafforzando la parete dei vasi sanguigni.

Uno studio americano pubblicato nel 2010 dall’Oklahoma State University ha evidenziato che i mirtilli e il loro succo rivestono, per esempio, un ruolo importantissimo nella lotta contro la sindrome metabolica. Bere un bel bicchiere di succo puro di mirtillo giornalmente per esempio, potrebbe contribuire alla diminuzione della pressione sanguigna e del colesterolo “cattivo” LDL.

I lamponi invece, grazie al contenuto di acido ellagico, un acido fenolico della famiglia dei tannini, riescono a proteggere dai tumori e proteggono l’apparato gastrointestinale, placando persino la gastrite. Le fragole invece contengono la fisetina, che si è dimostrata utile nella lotta contro il cancro in particolare di prostata, pelle, colon e pancreas e contro la perdita di memoria nell’anziano e l’esposizione ad Alzheimer e Parkinson.

Quando consumare i frutti di bosco?

Il periodo estivo di sicuro è quello migliore in cui possiamo facilmente trovarli freschi sui banchi dei mercati ma indubbiamente possiamo trovarli tutto l’anno; attenzione sempre alla qualità e alla provenienza.

Buone notizie anche per gli amanti dei succhi e delle confetture: infatti, nonostante le trasformazioni dell’industria, sono in grado di preservare al meglio le loro proprietà benefiche. Ancora, si possono consumare surgelati e disidratati, la regola però è sempre la stessa: controlliamo l’etichetta prima di acquistare un prodotto ed assicuriamoci di acquistare prodotti fatti di sola frutta, senza conservanti e zuccheri aggiunti annullerebbero i loro effetti positivi.

Come inserire i frutti di bosco nell’alimentazione quotidiana?

Come consumarli sta al nostro gusto e alla nostra dieta abituale. Di sicuro sono frutti ipocalorici adatti a quasi tutti i percorsi alimentari ma attenzione se soffriamo di allergie o intolleranze specifiche o se non possiamo consumarli per altri motivi.

Possiamo inserirli nello yogurt insieme a cereali per la colazione o in muffins o in confetture da spalmare su pane integrale; ancora, possiamo metterli nelle macedonie da consumare agli spuntini o mangiarli semplicemente al naturale, magari insieme a della frutta secca. Ancora possiamo metterli nelle insalate più sfiziose e gustarli in modo insolito.

Ecco, per esempio, un’idea di insalata con le more: insalata di valeriana con more, avocado e semi di sesamo!

Si può accompagnare per esempio a un secondo di pesce leggero o a del formaggio caprino. Se si è a dieta dimagrante, sarà più facile non stancarsi se li utilizziamo in questo modo!

Fonti: Cibo e Scienza: la Dieta Smartfood, di Eliana Eliotta

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