Un’alimentazione un pò più sostenibile

“La nostra casa è in fiamme”. Quante volte stiamo ascoltando o leggendo questo messaggio? È un’eco sempre più insistente da quando l’attivista Greta Thunberg è balzata agli onori della cronaca con i suoi scioperi davanti al Parlamento svedese il venerdì di ogni settimana. Effettivamente, che piaccia o meno, la giovane donna non ha tutti i torti. I climatologi e i più importanti scienziati a livello globale ripetono lo stesso messaggio da mesi: non c’è tempo da perdere, dobbiamo agire adesso per garantire un futuro alle prossime generazioni e al pianeta Terra.

I mari soffocano con la plastica, i livelli di anidride carbonica atmosferica stanno raggiungendo livelli allarmanti, gli eventi meteorologici si fanno sempre più estremi, l’acqua sta diventando un bene prezioso e i terreni fertili scarseggiano.

Tralasciando decisioni politiche, che cosa può fare ognuno di noi nel quotidiano?

Sicuramente, oltre ad un occhio di riguardo agli sprechi, con un’alimentazione sostenibile possiamo dare un contributo concreto.

Che cosa si intende per “sostenibile”?

Sostenibili sono quei regimi dietetici a scarso impatto ambientale che, dal punto di vista nutrizionale, garantiscono alimenti sicuri e sani alle generazioni attuali e future. Sono diete che proteggono la biodiversità e gli ecosistemi, sono economicamente accessibili e rispettano le tradizioni culturali, ottimizzando le risorse naturali ed umane.

È ormai noto che gli alimenti di origine animale hanno un costo ambientale notevole, dovuto essenzialmente all’allevamento e alle colture necessarie per il sostentamento del bestiame. I consumi di acqua sono elevatissimi, soprattutto per la produzione di carne bovina, e sono necessari superfici coltivabili sempre più estese.

Questo comporta impoverimento dei terreni per eccessivo sfruttamento e riduzione delle aree destinate all’agricoltura per gli alimenti umani. Se a questo si aggiunge il costante incremento demografico, significa che stiamo vivendo in un sistema destinato a collassare in men che non si dica.

Dobbiamo diventare tutti vegetariani/vegani?

Non per forza. Ovviamente ci sono tante sfumature che vanno da un estremo all’altro: da una dieta tipica occidentale (ricca in proteine animali, grassi saturi e zuccheri raffinati), ad una esclusivamente a base vegetale. Se tutti riducessimo il consumo di carne, attenendoci alle linee guida internazionali, si avrebbe già una riduzione considerevole delle emissioni dei gas serra e un notevole risparmio di acqua. A questo punto ci si potrebbe chiedere: se smettessimo di mangiare carne, non si creerebbe comunque un maggior sfruttamento dei terreni per destinarli all’agricoltura? In realtà è l’esatto contrario. Riducendo drasticamente il consumo di carne, diminuirebbero conseguentemente anche le superfici coltivabili per nutrire il bestiame e il terreno in più ricavato potrebbe essere utilizzato per la riforestazione.

Qual è la risposta?

Sembrerebbe un’alimentazione lontana dalla nostra realtà, eppure è davanti ai nostri occhi. Se rispettassimo la Dieta Mediterranea tradizionale, oltre ad avere indiscutibili benefici sulla salute, in particolare per le malattie cardiovascolari e metaboliche, si avrebbe automaticamente anche un’alimentazione sostenibile. Al giorno d’oggi in tantissimi sostengono di seguire una dieta di tipo mediterraneo soltanto perché vivono in Italia o in nazioni che si affacciano sul mare omonimo. Da quel che emerge dai dati la realtà è ben diversa. Anzi, l’aderenza alla Dieta Mediterranea, in Italia, sta diminuendo sempre di più con il trascorrere degli anni, in particolar modo nel Mezzogiorno. Ci stiamo omologando ad un’alimentazione di stampo americano, mentre le popolazioni del Nord Europa, paradossalmente, stanno adottando quella che fu la nostra tipica dieta decenni orsono.

All’atto pratico, che cosa dovremmo mangiare per stare in salute e ridurre il danno ambientale?

Per molti sembrerebbero ovvietà e concetti arcinoti ma l’evidenza è proprio quella che segue. Se non ci sono particolari problematiche di salute per le quali è necessario un supporto da parte di un professionista della nutrizione, dobbiamo basare la nostra alimentazione su: cereali, preferibilmente integrali, verdure e frutta di stagione (almeno 5 porzioni al giorno), legumi, pesce (in particolare quello azzurro e di piccola taglia), olio extravergine d’oliva come principale condimento e frutta secca; pochi latticini, con particolare parsimonia per quelli stagionati, uova e carni bianche; per la carne rossa, nell’arco di una settimana, dovremmo mangiare meno di 500 g di quella fresca e meno di 50 g di quella conservata (salumi insaccati e non); evitare le bevande zuccherate e limitare gli alcolici (piccole quantità) ai momenti di convivialità.

Se si rispettassero queste linee guida generali per la maggior parte del tempo, senza ingabbiarsi in schemi alimentari troppo rigidi, sicuramente guadagneremmo più salute, faremmo un considerevole passo avanti per la sostenibilità ambientale e anche le nostre tasche ne gioverebbero. Non è difficile, la nostra tradizione è ricca di ricette con questi alimenti, basta rispolverarle e applicarle.

No Comments

Scrivi un commento