11 Mag Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE): alimenti consentiti e vietati
La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) colpisce sempre più persone nel mondo ed è caratterizzata dai segni e dai sintomi provocati dal prolungato tempo di contatto tra l’esofago ed il materiale refluito dallo stomaco.
I fattori che possono portare allo sviluppo di questa patologia possono essere distinti tra fattori ambientali (comprendono lo stile di vita e la dieta, due fattori fondamentali per la composizione del microbiota gastro-intestinale), fattori genetici, condizioni transitorie (come ad esempio la gravidanza o l’utilizzo di alcune tipologie di farmaci come beta-bloccanti, calcio antagonisti ed ansiolitici che contribuiscono al rilassamento dello sfintere inferiore) ed alcune patologie come diabete ed obesità.
Quali sono i sintomi del reflusso gastroesofageo?
I sintomi tipici nei pazienti affetti da reflusso sono: pirosi, rigurgito, dolore retrosternale, disfagia (condizione in cui si prova un forte dolore in fase di deglutizione abbinato ad una sensazione di soffocamento), singhiozzo ed eruttazioni.
In caso di MRGE extraesofagee possiamo riscontrare anche disfonia, faringite, laringite e tosse cronica.
In caso di accertata presenza di reflusso, è consigliabile evitare i pasti abbondanti, specialmente durante le ore serali; al loro posto, è preferibile optare per pasti piccoli e frequenti, distruiti nell’arco della giornata. Questo perché i pasti abbondanti e ricchi di grassi rallentano lo svuotamento gastrico creando sensazioni di gonfiore, pesantezza, dispepsia e peggioramento della sintomatologia classica della patologia.
Gli alimenti da evitare in caso di reflusso gastroesofageo sono cioccolata, menta, liquirizia, cipolla, aglio, alcolici (svolgono un’azione ipotonizzante sullo sfintere inferiore (SEI), succo di agrumi, pomodoro (sia fresco che in passata o sugo), latte e derivati (hanno un effetto irritante e portano ad un aumento del pH acido a livello gastrico).
Risultano, invece, tollerabili alimenti come riso e pasta integrale, quinoa, mais, grano saraceno, carni bianche (pollo e tacchino), pesce azzurro, avocado, olio extra vergine di oliva e verdura fresca.
Esistono, poi, alcuni accorgimenti da adottare per migliorare la condizione e la qualità della vita del paziente come il sollevare la testa del letto di almeno 20-25cm in modo da sfavorire la risalita degli acidi verso l’esofago, evitare di coricarsi subito dopo aver mangiato, evitare di sollevare oggetti pesanti o di esercitare brusche flessioni del tronco, evitare l’utilizzo di abiti costrittive e di cinture strette in vita.
Anche il fumo può peggiorare la condizione e velocizzarne la progressione, creando una maggiore irritazione a livello gastrico: per questo sarebbe consigliabile smettere di fumare.
Una condizione trascurata nel tempo, può portare a patologie ben più gravi come l’esofago di Barrett o il carcinoma esofageo (ad oggi uno dei carcinomi più letali).
Se presentate i sintomi sopra descritti, vi consigliamo di rivolgervi quanto prima ad un nutrizionista in modo da poter agire in ottica preventiva variando la dieta e lo stile di vita.
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