Peperoncino, elisir di lunga vita

Il peperoncino è un membro della famiglia delle Solanacee ed è una delle colture domestiche più antiche nell’emisfero occidentale. L’importanza di questa coltura è che il consumo continua a crescere a causa del suo alto valore nutritivo, poiché è una ricca fonte di vitamine C ed E, oltre che di provitamina A e carotenoidi, composti dalle note proprietà antiossidanti.

I peperoncini sono consumati principalmente a causa della loro piccantezza.

Tipologie di peperoncino

Il genere Capsicum è composto da circa 25 specie selvatiche e cinque specie domestiche. Queste ultime sono Capsicum annuum , C. baccatum , C. chinense , C. frutescens e C. pubescens .

Le molecole che rendono piccante il frutto del peperoncino sono i capsaicinoidi, che sono alcaloidi che si accumulano nella placenta del peperoncino in maturazione (baccelli di peperoncino). Circa l’80% – 90% dei capsaicinoidi presenti in Capsicum sono costituiti da capsaicina e diidrocapsaicina, in un rapporto di circa 1:1 e 2:1, rispettivamente, il resto è composto da nordiidrocapsaicina, omodiidrocapsaicina, omocapsaicina, norcapsaicina e nornorcapsaicina.

Sia la capsaicina che i suoi analoghi sono stati usati in medicina per secoli, ma recentemente essa è stata ampiamente studiata per le sue proprietà analgesiche, antiossidanti, antinfiammatorie e anti-obesità e, più recentemente, per la sua attività antitumorale contro una varietà di tipi di cancro.

Struttura chimica della capsaicina

Figura 1. Struttura chimica della capsaicina

Peperoncino e tumori

Esistono prove epidemiologiche che dimostrano che la capsaicina è in grado di alterare l’espressione di diversi geni coinvolti nella sopravvivenza delle cellule tumorali, arresto della crescita, angiogenesi e metastasi.

L’apoptosi, ovvero la morte cellulare programmata, è una barriera essenziale contro lo sviluppo e la progressione del cancro e la perdita del segnale apoptotico è altamente associata alla neoplasia. È stato recentemente dimostrato che la capsaicina induce l’apoptosi in molti tipi di linee cellulari tumorali, tra cui adenocarcinoma del colon, cancro del pancreas, carcinoma epatocellulare, cancro alla prostata, cancro al seno e molti altri, lasciando le cellule normali illese.

Uno studio italiano ha dimostrato che il consumo regolare di peperoncino è associato ad un minor rischio di morte per cause cardiovascolari e non, indipendentemente dall’aderenza alla dieta mediterranea e dei fattori di rischio cardiovascolari.

Ad avvalorare questi studi si aggiunge una meta-analisi presentata ad una recentissima conferenza dell’American Heart Association.

I ricercatori hanno evidenziato che i consumatori abituali di peperoncino, rispetto alle persone che non lo mangiano, hanno una riduzione del 26% della mortalità cardiovascolare, del 23% della mortalità per il cancro e del 25% per tutte le altre cause.

Riferimenti

  • A.M. Chapa Oliver, Capsaicin: From Plants to a Cancer-Suppressing Agent. Molecules – 27/07/2016
  • M. Bonaccio et al., Chili Pepper Consumption and Mortality in Italian Adults.– J AM College of Cardiology – 24/12/2019
  • M. Kaur et al., Impact of Chilli-pepper Intake on All-cause and Cardiovascular Mortality – A Systematic Review and Meta-analysis. American Heart Association – 13/11/2020
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